Giorgio Capodaglio

Giorgio Capodaglio

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Dopo quanto scritto pochi giorni fa dal sito svedese SportExpressen, con le rivelazioni del responsabile dei materiali della nazionale svedese, Petter Myhlback, riguardo dei test sul nuovo dispositivo per rilevare la presenza del fluoro sotto gli sci, che si sono svolti a Falun a febbraio senza dare l’esito sperato, anche il responsabile degli skiman della nazionale norvegese, Stein Olav Snesrud, ha parlato, in questo caso su NRK, dei fallimentari test del dispositivo costruito in Germania.

Una spiegazione molto dettagliata quella di Snesrud sullo svolgimento di questi test sui materiali della squadra norvegese. Il capo skiman ha svelato che sono stati presi sedici sci, otto paia, sui quali è stata applicata più volte la polvere di fluorurata.
Alcuni di questi sci sono stati puliti con un detergente, poi sono state applicate delle scioline prive di fluoro per due, quattro o sei volte. Sono stati anche utilizzati degli spray privi di fluoro. In totale, quindi, c’erano otto diversi tipi di lavorazione.

Snesrud ha quindi raccontato di essere rimasto piuttosto sorpreso quando ha ricevuto i risultati dei test di Falun, rendendosi conto che il macchinario di controllo è tutt’altro che pronto: «Devo ammettere che sono lontani – ha affermato a NRKsulla base dei test che hanno fatto a Falun, (quelli della FIS, ndr) non sono nemmeno lontanamente dotati di un dispositivo funzionante».

Il capo skiman ha svelato i dati di un test fallimentare: «Cinque degli sci che sono stati giudicati senza fluoro, sono in realtà degli sci a cui era stato dato solo uno strato di glider sopra la polvere fuorurata. Su due sci dello stesso paio, che hanno quindi ricevuto lo stesso trattamento, l’esito è stato diverso: uno è risultato con floruro e l’altro senza. Poi quattro sci su sedici non hanno ricevuto una risposta chiara. Inoltre alcuni sci privi di fluorurati sono invece stati contrassegnati come positivi».

Insomma un autentico caos. Cosa vorrà fare la FIS? Portare nuovamente tutti fino a ottobre o novembre prima di decidere, come accadde già lo scorso anno, oppure accettare il fallimento, lavorare con maggiore calma e proporre il divieto di utilizzo del fluoro a partire dalla stagione 2022/23, regalandoci così delle Olimpiadi eque? Veniamo già da una stagione fortemente condizionata da fattori esterni, cerchiamo per favore di viverne una normale, almeno quella olimpica.

Come la gara maschile nella tarda mattinata, anche la 10 km in skating femminile ha regalato delle fortissime emozioni, probabilmente inattese. Ci si aspettava la solita facile vittoria di Johaug, invece è arrivato il magnifico successo di Jessie Diggins, protagonista di una gara superlativa con un ultimo chilometro nel quale ha tirato fuori tutto ciò che aveva riuscendo così a recuperare il secondo di vantaggio che Johaug si ritrovava ad un chilometro dal traguardo, nonostante la norvegese avesse il favore di conoscere già il tempo della statunitense.

Un bellissimo duello cronometrico sul filo dei decimi tra queste due splendide atlete, andato a vantaggio dell’americana, capace ancora una volta di arrivare devastata al traguardo spremendosi per raccogliere ogni goccia di energia. Dopo l'arrivo di Johaug, Diggins si è nuovamente commossa, come aveva già fatto dopo la vittoria del Tour de Ski, consapevole di aver compiuto un’altra grandissima impresa, legittimando, se ce ne fosse bisogno, quella già ottenuta in Italia e dimostrando che anche se ti chiami Johaug la vittoria devi conquistartela sempre in pista e di conseguenza non bisogna mai dare troppa importanza alle assenze ma celebrare sempre chi vince. Nulla è mai scritto, anche per una campionessa come la norvegese, che oggi ha dovuto conoscere la prima sconfitta in una distance in skating dal suo ritorno dalla squalifica, dopo ben diciassette vittorie consecutive, se consideriamo anche il Mondiale di Seefeld. Sicuramente sarà ancora più affamata nelle prossime uscite.

Alle loro spalle, l’unica a non prendere un’eternità di svantaggio, è giunta una bravissima Ebba Andersson, terza a 14”6 dalla vincitrice, dalla quale è subito corsa a complimentarsi. Ai piedi del podio un poker norvegese, giunto ad oltre 40” da Diggins: un’ottima Haga 4ª, Heidi Weng 5ª, Helene Marie Fossesholm 6ª e Tiril Udnes Weng 7ª. Altre due statunitensi sono riuscite ad entrare nelle dieci, Rosie Brennan e la rientrante Sadie Bjornsen, giunte rispettivamente 8ª e 10ª. Nona la ceca Razymova. Appena tredicesima Frida Karlsson, che evidentemente ancora ha i postumi dell'infortunio che le ha pregiudicato il Tour de Ski. Grande lavoro per i giudici nel corso e nel post gara. Lotta Udnes Weng, giunta undicesima, era infatti stata inizialmente esclusa dalla classifica per aver commesso un errore di percorso. Dopo tante discussioni, però, l'atleta è stata riammessa con un cartellino giallo. Evidentemente non deve essersi avvantaggiata dell'errore di percorso, anche se sicuramente questa decisione potrebbe provocare nuovamente qualche polemica soprattutto in Russia.

A proposito di Russia, arrivano delle bruttissime notizie da Nepryaeva, che si è addirittura ritirata nel corso dell’ultimo giro. Le immagini hanno mostrato la russa ferma su un tratto di salita, aiutata e sorretta addirittura dai tecnici del team russo mentre abbandonava la pista. La migliore al traguardo è stata Stupak, solo 12ª. Più indietro Kalla 18ª ma terza delle svedesi, mentre Pärmäkoski ha concluso 19ª. Come sempre positiva la prova della Germania, con due atlete nelle quindici, con Carl e Hennig, giunte 14ª e 15ª. A punti sono andate anche la canadese Browne, giunta 23ª, la solita Claudel, arrivata 26ª e la giapponese Ishida 27ª. Gara difficile per Teresa Stadlober appena 30ª. L'austriaca forse paga anche quanto accaduto al termine del Tour de Ski, quando è venuto purtroppo a mancare d'improvviso lo skiman che da anni si occupava dei suoi materliali, Rudi Janasch. Un lutto che, oltre a mandarla sotto shock per il legame che si era creato negli anni, potrebbe anche averle provocato qualche problema con i materiali.

Giornataccia per i colori azzurri, dal momento che nessuna italiana è riuscita ad entrare in zona punti. La rientrante Caterina Ganz ci ha provato nella prima parte di gara per poi andare in calando e chiudere in 39ª posizione a 2’16”. Più lontane dalla zona punti le altre anche se non nei distacchi, visto che Franchi ha chiuso 44ª a 2’23” e Comarella 45ª a 2’25”. Di Centa 63ª a 3’13”. 

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È la Russia, non senza sorpresa, la vincente della staffetta femminile di Anterselva, un successo conquistato grazie alla puntuale e robusta prestazione dell'intero quartetto formato da Evgeniya Pavlova, Tatiana Akimova, Svetlana Mironova e Uliana Kaisheva, praticamente sempre protagoniste al vertice della gara e lanciate verso la vittoria dall'eccellente frazione di chiusura di Kaisheva, pronta a seminare la Germania di Franziska Preuss, seconda e preceduta nell'ordine da Vanessa Hinz, Janina Hettich e Denise Herrmann. Al traguardo sono stati 11 i secondi a separare le prime due formazioni di giornata, in una sfida che ha visto le tedesche più precise al tiro (6 ricariche utilizzate contro 9), particolare che ha di fatto impedito alla Francia di provare a dire la sua per la vittoria. Il giro di penalità pescato da Anais Bescond nel poligono in piedi della prima frazione ha infatti costretto le transalpine ad una rincorsa, concretizzata da Anais Chevalier e Justine Braisaz mentre è toccato a Julia Simon cementare il terzo posto, a 21"2 dalle russe.

E poi c'è l'Italia. Un quarto posto prezioso, importante per come è maturato. Se infatti il miglior tempo in prima frazione di Lisa Vittozzi fa parte dell'ordinario (ma di ordinario, la sua prova, non ha avuto nulla: davvero convincente in staffetta la sappadina), era più difficile attendersi le importanti risposte date da Federica Sanfilippo prima e Michela Carrara poi, capaci nelle due frazioni centrali di portare il testimone a Dorothea Wierer in quinta posizione, a portata di tiro dal podio. Una prova accorta, tanto per Sanfilippo quanto per Carrara, con poche esitazioni al tiro ed una buona resa sugli sci, con solo una leggera flessione nei rispettivi terzi giri. Ma entrambe hanno saputo esprimersi sui migliori livelli di questa stagione ed era importante avere un simile riscontro a pochi giorni dalla rassegna iridata di Pokljuka: un'iniezione di fiducia considerevole per l'intero gruppo. Poi è toccato a Dorothea Wierer provare l'impresa da podio: nel fondo si è probabilmente vista la miglior Wierer dell'inverno, mentre qualcosa è mancato al tiro (anche per lo sforzo profuso in pista), con due ricariche utilizzate in ciascun poligono. Nel giro finale la padrona di casa ha avuto il merito di staccare un'imprevedibile avversaria come la bielorussa Hanna Sola, per mettere così a referto il prezioso quarto posto finale. 

Quinta la Bielorussia, poi la Norvegia: ancora una volta quelle che sulla carta avrebbero dovuto interpretare il ruolo delle dominatrici hanno lasciato strada alla concorrenza. Colpa in questo caso della tragica prima frazione di Caroline Knotten, in (inattesa) difficoltà già nel tiro a terra e costretta ad un giro di penalità trasformatosi in oltre 1'30 di svantaggio al primo cambio. Tandrevold (poco) ed Eckhoff (a fatica) hanno provato a limitare i danni e Marte Røiseland non ha potuto che lottare per la sesta posizione finale. Appena davanti alla Svezia, altra delusa di giornata. Ed in questo caso la "colpevole" è stata Elvira Öberg che nel quarto poligono della gara è andata in confusione totale, meritandosi tre giri di penalità. Le eccezionali frazioni di Perrsson ed Hanna Öberg hanno permesso alle svedesi di riportarsi quanto meno a galla, ma senza alcuna chance di andare oltre la settima piazza.

La classifica finale

Ogni anno le Fiamme Gialle organizzano, con l’avvicinarsi delle festività natalizie, il tradizionale incontro di fine anno a Roma attraverso il quale il Sodalizio gialloverde “abbraccia” i tanti compagni di viaggio che da sempre arricchiscono il nostro mondo. Autorità civili, sportive, religiose e militari, giornalisti, insegnanti, studenti, dirigenti scolastici e tante altre personalità con le quali lo sport targato Fiamme Gialle collabora e interagisce ogni giorno. Nell’occasione, unitamente alla premiazione degli atleti delle varie Sezioni Giovanili, veniva anche svelata la nuova edizione del calendario da tavolo con le immagini dei campioni gialloverdi.

Si sarebbe voluto anche quest’anno continuare questa tradizione, ma questo sarà un Natale diverso. Un Natale con più distanza, ma non per questo con meno calore. Al posto di un grande ed unico evento a Roma, alcuni piccoli e semplici eventi organizzati nelle sedi dei vari Nuclei Atleti che compongono il Centro Sportivo della Guardia di Finanza.

A Predazzo, presso il Nucleo che ospita gli sport invernali e del ghiaccio, si è tenuto lunedì un incontro al quale hanno preso parte il Presidente del CONI Trentino, Paola Mora, il sindaco di Predazzo, Maria Bosin, il Comandante del Centro Sportivo della Guardia di Finanza, Generale di Brigata Flavio Aniello, il Presidente del Comitato Trentino della FISI, Tiziano Mellarini, e il Consigliere Provinciale Piero Degodenz.

L’evento, organizzato nel rispetto delle norme di sicurezza anti-contagio, è stato occasione per premiare i giovani che, nella stagione 2019/2020, hanno conseguito risultati d’eccellenza in Italia e all’estero. Sono stati consegnati dei riconoscimenti, in particolare, ai fondisti provenienti dalla Sezione Giovanile Elia Barp, Alessandro Chiocchetti e Nicole Monsorno e, dopo una straordinaria stagione agonistica, al nostro campione paralimpico dello sci alpino, Giacomo Bertagnolli che, insieme alla sua guida Andrea Ravelli, ha finalmente potuto mettere le mani sulla Coppa del Mondo generale 2019/2020 (e sulle coppe di specialità di slalom gigante, discesa libera e supergigante) consegnate ai due dal Presidente del CONI trentino Paola Mora e dal Consigliere provinciale Piero De Godenz.

Facendo gli onori di casa, il Comandante del V Nucleo Atleti, Ten. Col. Gabriele Di Paolo, ha ringraziato i presenti e ha ricordato il desiderio delle Fiamme Gialle di dare, seppur con semplicità, un segnale di attenzione e di apprezzamento per quanto hanno fatto i nostri giovani atleti nelle ultime stagioni.

Ha preso poi la parola il Generale Aniello, che ha aperto la serie di interventi ricordando che “momenti come questo rappresentano dei piccoli segnali di un più vicino ritorno alla normalità”.

Il sindaco di Predazzo Maria Bosin, dopo aver ricordato le tante collaborazioni con Gruppo Sciatori e Scuola Alpina, ha sottolineato che “momenti come questi, seppur semplici ed informali, ci fanno sentire parte della vostra famiglia, alla quale auguro un futuro ricco di soddisfazioni.”

E’ poi intervenuta Paola Mora, Presidente del CONI Trentino, che ha ringraziato gli atleti presenti definendoli “ragazzi di assoluta eccellenza” e le Fiamme Gialle “per quello che fanno per lo sport, non solo per i risultati che ottengono ma anche per il contributo culturale messo in campo con tante attività e collaborazioni”.

Piero Degodenz, Consigliere Provinciale trentino, uomo da sempre vicino al mondo dello sport nonché Past President di Fiemme Ski World Cup, ha ricordato come, “fra pochi giorni, la Val di Fiemme sarà nuovamente teatro di competizioni di livello mondiale (Tour de Ski e Coppe del Mondo di combinata nordica ndr.), grazie alle Fiamme Gialle per la collaborazione fornita per questi eventi che caratterizzano lo sport trentino e che lo caratterizzeranno anche nei prossimi anni”.

Ha concluso la serie di interventi il Presidente del Comitato trentino della FISI, Tiziano Mellarini, che ha voluto ringraziare il nostro campione paralimpico Giacomo Bertagnolli, e la sua guida Andrea Ravelli, “per gli straordinari risultati ottenuti nell’ultima stagione e le Fiamme Gialle per aver portato avanti tanti giovani trentini, portacolori del nostro futuro e rappresentanti del nostro territorio”.

Non si ferma più Sturla Holm Laegreid, il giovane norvegese classe 1997 dopo la sprint si aggiudica anche l’inseguimento di Hochfilzen (Austria), valido per la quarta tappa della Coppa del Mondo di biathlon.

Nonostante a inseguirlo fossero i compagni di squadra Johannes Dale e Johannes Boe, Laegreid ha mantenuto la freddezza al poligono trovando il 19/20 al tiro che gli ha regalato la vittoria. Seconda posizione per il francese Emilien Jacquelin, che ottiene lo stesso piazzamento ottenuto la settimana scorsa nel format. Grande prova al tiro del francese che trova il 20/20 e, tagliando il traguardo a 8.5 secondi dal vincitore, si concede il lusso come nella gara di Anterselva di battere in volata Johannes Boe, terzo e ancora una volta sul podio. Il leader della classifica generale ha commesso due errori inusuali nella prima serie a terra e ha forzato nella terza serie in piedi, chiudendo con il 17/20 al tiro a 8.9 secondi da Laegreid.

A conferma dell’ottimo momento di forma dei norvegesi c’è il quarto posto di Vetle Christiansen, che con il 20/20 trova lo stesso piazzamento ottenuto nella sprint a 15 secondi dal connazionale Laegreid, sopravanzando nel finale lo svedese Martin Ponsiluoma a sua volta perfetto al poligono. Sesta piazza per Johannes Dale, forse il battuto di giornata, dal momento che è rimasto in compagnia di Laegreid fino alla terza serie, dove ha commesso tre errori forzando nella prima serie in piedi che hanno di fatto compromesso la sua prova, ma nel finale è riuscito a sopravanzare Tarjei Boe, solido al trio con il 19/20 che ha tagliato il traguardo a 41 secondi.

Solo ottava piazza per Quentin Fillon Maillet, vincitore del pursuit della scorsa settimana, chiudono la top ten il beniamino di casa Simon Eder e lo sloveno Jakov Fak.

Ottima prova al tiro per gli azzurri: Didier Bionaz ottiene il miglior risultato in carriera con il 19esimo posto odierno, autore di una grandissima rimonta. Settimo tempo sugli sci per il valdostano e il 19/20 al tiro (0+1+0+0) sono il segnale di una continua crescita. Falloso invece Lukas Hofer nelle serie centrali (0+2+2+0), che hanno compromesso la possibilità di accedere alla top 10, chiudendo in 26esima posizione, precedendo di sole due posizioni Dominik Windisch: il vincitore della mass start iridata di Oestersund 2019 ha condotto un ottima prova al poligono (0+0+0+1) che gli ha permesso di risalire 28 posizioni chiudendo proprio al 28esimo posto, discorso simile per Thomas Bormolini che con due errori ha terminato la sua prova in zona punti al 36esimo posto (0+0+1+1).

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La Coppa del Mondo di sci di fondo va avanti. Nonostante le pesanti defezioni di Norvegia, Svezia e Finlandia, la FIS ha comunicato alle squadre che le gare di Davos e Dresda proseguiranno secondo programma. La FIS ha sottolineato come le federazioni di Svizzera e Germania, insieme ai comitati organizzatori di Davos e Dresda stiano facendo il massimo possibile per garantire la sicurezza e la salute di tutti coloro che parteciperanno a questi eventi.

La FIS ha poi chiarito che entro la fine della settimana arriveranno anche delle comunicazioni riguardanti il Tour de Ski, dal momento che diverse riunioni erano già programmate nelle prossime giornate. Per quanto riguarda queste competizioni, i paesi del nord Europa chiedono che la competizione possa svolgersi al massimo in due località, anziché le tre attualmente previste.

Tornando alle prossime due competizioni, al momento non arrivano altri forfait delle nazionali al top del ranking. Le squadre alpine hanno tutto l’interesse di gareggiare, mentre Stati Uniti e Russia sono già a Davos, come testimoniano video e foto postati dai loro atleti sui social.

Ha perso la sprint? Niente di preoccupante, Johannes Klæbo si è immediatamente rifatto nella distance in classico di 15km. A Ruka il norvegese ha conquistato la sua nona vittoria in una distance individuale. L’ultima arrivò nella 15km in classico con partenza mass start in Val di Fiemme, nel Tour de Ski della passata stagione.
Un risultato che mostra un Klæbo in crescita anche nelle distanze più lunghe, curiosamente proprio dopo essere tornato ad allenarsi con la squadra sprint. Mai in dubbio il successo del norvegese, praticamente in testa in tutti i rilevamenti cronometrici, mentre alle sue spalle in quattro lottavano tra loro per i restanti posti sul podio.

A spuntarla per il secondo posto è stato un ottimo Chervotkin, solitamente uno specialista dello skating, capace di strappare forse un po’ a sorpresa la seconda piazza, resistendo al ritorno in finale di Bolshunov e Iversen. Splendida le seconda parte di gara del detentore della Coppa del Mondo, capace negli ultimi chilometri di recuperare due posizioni e diversi secondi anche al vincitore, ottenendo così un bel terzo posto. Bolshunov aveva evidentemente bisogno di trovare il ritmo gara.
Ai piedi del podio, beffato proprio dal russo, un buon Iversen, apparso in netta crescita rispetto alle ultime uscite. Quinto Niskanen, in difficoltà nel finale, forse condizionato dai problemi alla schiena accusati nelle ultime settimana.
Sorpresa di giornata il britannico Musgrave, capace di chiudere addirittura al sesto posto. Nella top ten addirittura cinque russi, visto che anche Belov, Semikov e Poroshkin hanno dimostrato una buona condizione. La Russia è arrivata a inizio stagione in grande forma.

Può sorridere anche l’Italia. Francesco De Fabiani è stato il prima degli atleti delle Alpi, giungendo in una buonissima dodicesima posizione, con un distacco di 50” dal vincitore. Per il valdostano del Centro Sportivo Esercito una prova davvero confortante, un buon inizio di questa stagione, un punto di partenza positivo su cui costruire la stagione. Molto bene anche Federico Pellegrino, entrato nettamente in zona punti, giungendo 26° con un distacco di 1’27” dal vincitore. Anche per il poliziotto una prestazione convincente dopo una preparazione non poco travagliata.
Fuori dalla zona punti gli altri azzurri in gara, Maicol Rastelli e Giandomenico Salvadori. Giornata dura, infine, per alcuni giovani molto attesi. Lo statunitense Gus Schumacher ha concluso 39° e il tedesco Moch solo 49°.

CLASSIFICA FINALE
1° J.H. Klæbo (NOR) 34’04.6
2° A. Chervotkin (RUS) +15.2
3° A. Bolshunov (RUS) +18.0
4° E. Iversen (NOR) +19.8
5° I. Niskanen (FIN) +21.7
6° A. Musgrave (GBR) +32.8
7° I. Semikov (RUS) +33.2
8° E. Belov (RUS) +37.7
9° I. Poroshkin (RUS) +42.3
10° H.C. Holund (NOR) +47.2

Gli italiani
12° F. De Fabiani +50.1
26° F. Pellegrino +1’27.2
41° G. Salvadori +1’58.1
47° M. Rastelli +2’05.2

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Era senza squadra ormai dallo scorso aprile, Tord Asle Gjerdalen, che aveva lasciato il Team Ragde Eiendom dei fratelli Aukland. Per mesi ci si è chiesti cosa avrebbe fatto l’ormai trentasettenne norvegese che in carriera ha vinto tre edizioni consecutive della Marcialonga dal 2015 al 2017, ma ancora l’anno scorso aveva mostrato di essere in ottima forma, dopo aver chiuso al secondo posto la classifica generale del Visma Ski Classics.   
La risposta è finalmente arrivata: Gjerdalen ha fondato un suo team. Il campione norvegese ha annunciato la nascita del “Team XPND Fuel of Norway”, squadra di lunga distanza, che vedrà al suo interno nel ruolo di consiglieri due nomi importanti del fondo norvegese, Astrid Uhrenholdt Jacobsen ed Eirik Brandsdal.

L’obiettivo della squadra è aiutare la gente a essere più attiva nello sport e reclutare più ragazze nello sci di fondo. «Non pensiamo solo ai risultati – ha affermato Gjerdalen a Dagbladetabbiamo l’obiettivo di spingere i giovani atleti a restare più a lungo nello sport. Molti abbandonano prematuramente. Non ci aspettiamo che tutti siano i migliori, ma che possano comunque fare sport a lungo. Vogliamo assumerci una responsabilità sociale».

«Non ritorno come atleta – ha subito chiarito Jacobsenma voglio contribuire all’impegno di far gareggiare delle ragazze a lungo termine. Il mio ruolo sarà di contribuire con le mie competenze e conoscenze. Sono felice che Tord abbia deciso di prendersi cura del massimo investimento sportivo. Non vedo l’ora di poter contribuire».
Sulle stessa lunghezza d’onda anche Brandsdal: «Quanto Tord mi ha mostrato la sua visione per la squadra, mi sono subito innamorato dell'idea. Voglio contribuire come meglio posso, aiutando dei giovani talenti».

Gjerdalen proseguirà quindi la sua carriera nelle grandi classiche, vestendo la tuta della squadra da lui fondata. Allo stesso tempo vuole contribuire a costruire il futuro dello sport norvegese, reclutando e formando fondisti e fondiste di talento, focalizzandosi soprattutto sulle ragazze. 

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