La Norvegia dà spettacolo a Pokljuka dominando la staffetta maschile e conquistando il primo successo stagionale nel format dove più conta, nel contesto dei Campionati del Mondo. Dopo il ritorno al successo delle compagne in mattinata, anche gli uomini sono saliti sul gradino più alto del podio della staffetta maschile. La chiave di volta è stata già la prima serie in piedi di Sturla Laegreid che ha creato quel gap incolmabile per la concorrenza, perché i fratelli Tarjei e Johannes Bø hanno permesso a Vetle Christiansen, all’esordio nella competizione, di poter amministrare la propria frazione con ampio margine, involato verso la medaglia d’oro, la sesta della manifestazione, utilizzando complessivamente 8 ricariche.
Nella bagarre per il podio, dove ben cinque nazioni sono arrivate a giocarsi gli altri due gradini rimasti sono Svezia e Russia a prendersi rispettivamente la medaglia d’argento, grazie a due sontuosi poligoni di Sebastian Samuelsson, che gli hanno permesso nell’ultimo giro di sopravanzare il russo Eduard Latypov che invece ha utilizzato una ricarica: per gli svedesi il distacco finale è pari a 33.1 secondi, 50.9” il ritardo dei russi dalla Norvegia. Tra le nazioni in lotta c’erano anche Francia e Italia: se i transalpini c’è grande delusione per la prova odierna chiusa in quarta posizione, per gli azzurri il rammarico è quello di aver lottato per le medaglie dall’inizio alla fine, ma pesano sul bilancio odierno le 14 ricariche utilizzate e i due giri di penalità in cui sono incorsi Tommaso Giacomel e Dominik Windisch al termine delle rispettive serie in piedi. Italia sesta a 1”35.5” dai vincitori, preceduti dal quartetto ucraino, il più preciso al poligono con la Germania (settima ma mai in gara per le posizioni prestigiose) con quattro ricariche utilizzate.
Finisce così una staffetta che in avvio sembrava destinata a vivere del confronto tra Norvegia e Francia. Ma ben presto la Norvegia ha preso il largo e nella lotta per il podio ci sono stati grossi rimescolamenti di posizioni: un superlativo Didier Bionaz e Lukas Hofer tengono il passo di Guigonnat e Fillon Maillet, anzi quest’ultimo forza nella serie in piedi ed è costretto al giro di penalità. Hofer, che ha fatto ricorso a cinque ricariche, passa il testimone a Giacomel con 12.4 secondi dalla testa in compagnia dell’ucraino Pidruchnyi.
Il terzo quarto di gara è quello che cambia gli scenari nella rincorsa per la medaglia azzurra: se Johannes Boe crea un ottimo gap con due ottimi poligoni, utilizzando una sola ricarica, il trentino Tommaso Giacomel dopo aver trovato nella serie a terra è costretto al giro di penalità nella serie in piedi e l’Italia si trova in ultima frazione al quarto posto, distanziati di 16 secondi dalla medaglia virtuale di Loginov ma in compagnia di Francia e Svezia che hanno condotto una bella rimonta con Desthieux e Ponsiluoma.
Mentre Christiansen gestisce bene la serie a terra, mancando due bersagli nella serie in piedi, alle sue spalle c’è grande lotta. L’ucraino Dudchenko si fa rimontare dal russo Latypov e dal terzetto composto da Jaquelin, Samuelsson e Dominik Windisch, tutti precisi nella serie a terra. In piedi è lo svedese Samuelsson a trovare lo zero e a riportare la Svezia al secondo posto, conquistando la quinta medaglia di questi campionati: Jacquelin utilizza tre ricariche, Windisch purtroppo entra a sua volta nel giro di penalità e una Italia gagliarda e ambiziosa chiude al sesto posto finale, precedendo Germania e Slovenia.